Chiese nel verde

22 Aprile 2024
– Chiese nel verde

Chiesa di Santo Stefano a Lucinasco

Descrizione

La Parrocchiale di S. Stefano è una chiesa disposta lungo una navata costruita interamente in pietra lasciata a vista esternamente. La pianta articola la navata centrale scandita in asse centrale da due altari minori ad ampiezza definita da murature curvilinee. Le pareti interne sono rifinite in intonaco liscio bianco. La struttura di copertura è voltata e il manto di copertura è eseguito interamente in lose in ardesia locale in spessore a spacco.

Pianta

Edificio a pianta rettangolare a navata unica con due cappelle semicircolari – dedicati alla Madonna del Carmine e alla Madonna del Rosario – simmetricamente opposte ai lati e terminante in un presbiterio di forma squadrata concluso da un’abside schiacciata.

Elementi decorativi

Lo spazio interno è unificato da un cornicione continuo che risvolta anche nel presbiterio, sostenuto da paraste che si aprono a libro in corrispondenza degli angoli, e arricchito da preziosi stucchi.

Facciata

L’esterno è in pietra a vista, la facciata presenta una finestra trilobata di grandi dimensioni che sormonta il portale appartenente all’edificio medievale datato 5 ottobre 1437 e termina in un cornicione ogivale. La lunetta che sormonta due sottili semicolonne coronate da capitelli a crochet è decorata da un bassorilievo raffigurante la Crocifissione: ai piedi della croce due figure, un uomo coronato (o con aureola) ritratto mentre sembra stia riflettendo sulla Passione di Cristo, ed una donna orante, potrebbero essere i committenti, a sinistra entro un arco troviamo S. Antonio abate. Ai lati della raffigurazione ci sono i due stemmi dei conti di Ventimiglia e del Maro e dei Doria di Oneglia.

Pavimenti e pavimentazioni

Il pavimento dell’aula è in ardesia; nel presbiterio e nelle nicchie laterali degli altari in ardesia con tozzetti in marmo

Coperture

La copertura è a due falde con manto in ardesia.

 

Notizie storiche

1281

La Parrocchiale di S. Stefano viene storicamente identificata come il primo edificio religioso sorto a Lucinasco in connessione funzionale col primitivo nucleo abitato, oggi scomparso. La Parrocchiale assunse nel tempo un particolare isolamento, verificatosi a partire dal XIII secolo, quando la popolazione si trasferì nelle immediate vicinanze del castello. La prima citazione della chiesa sarebbe relativamente tarda, datata al marzo 1281

1424 – 1437 (ampliamento intero bene)

Prima dell’autonomia riscattata dalla pieve di Maro (1424) le dimensioni dell’edificio non erano ampie; successivamente l’edificio fu decisamente ampliato e rivisitato dal punto di vista architettonico. L’opera di ammodernamento proseguì sotto la guida del Rettore Pietro Domenico Guarneri, giungendo al termine nell’ottobre 1437. L’impianto iconografico a carattere araldico-religioso della lunetta esterna superiore all’entrata principale si presume sia stato scolpito a ricordo degli eventi bellici contemporanei alla costruzione.

1585  (citazione intero bene)

Col passare del tempo l’originaria funzione parrocchiale della chiesa venne via decadendo e nel 1585 il visitatore apostolico Lelio Garufo poteva constatare che non vi si esercitava più cura d’anime e tantomeno vi si amministravano i Sacramenti: si trattava perlopiù di una chiesa ad utilizzo prevalentemente cimiteriale.

1613  (citazione intero bene)

Il segretario del Vescovo De Marini, nel maggio 1613, parla di una ecclesia que amplia est, distincta in duas naves coopertas tegulis ligneis decentibus. Pavimentum est stranum laminis lapideis decentibus ubi sunt quatuor sepulturae…. Gli altari erano due: l’altare maggiore, dedicato al titolare e ornato, a partire dalla metà del 1500, di una tavola raffigurante il martirio del Santo attribuita anche a L. Cambiaso; l’altare laterale è dedicato a S. Giovanni Battista. Nei primi anni del 1600 la tavola del Cambiaso fu rimossa per lasciare posto ad una ancona di pietra raffigurante lo stesso soggetto scolpita da Lazzaro Acquarone. In tale circostanza si persero le tracce del dipinto.

1643  (patronato altare)

Qualche segno di ripresa si riscontra nel XVII secolo, soprattutto dopo la costituzione della Confraternita del Carmine. Nel 1643 lo stesso sodalizio appare da tempo installato all’antico altare dei Ventimiglia, dai quali ha acquistato il giuspatronato e forse proprio alla sua azione promotrice si deve ispirare l’impegno della Comunità di Lucinasco a costruire entro due anni il nuovo coro della chiesa.

1649  (rifacimento intero bene)

Il giorno 6 dicembre 1649, nel corso di un furioso temporale, un fulmine colpì la chiesa distruggendone buona parte; i lavori di ripristino si presentavano di tale mole che ancora nell’ottobre 1652 la costruzione restava diruta et devastata, nonostante i pressanti inviti del Vescovo a ripararla. La ricostruzione della chiesa dovette presentare caratteri indubbiamente innovativi, se non in pianta almeno nelle finiture esterne, alla ricerca di una maggiore simmetria nell’insieme; compare infatti un terzo altare dedicato a S. Bernardo.

1810  (ricostruzione volta)

Gravissimi danni derivati dalla «folgore dell’8 aprile 1810» col crollo di buona parte della volta ricostruita dai maestri Gio Batta Ramella di Borgoratto e Martino Blenta di Chiusavecchia

1887  (consolidamento presbiterio)

A seguito del terremoto del 1887 fu necessario tendere due chiavi di ferro di traverso all’arcone del Sancta Sanctorum ed alla facciata

1942  (danneggiamento portone)

Danni alla lunetta esterna scolpita, a seguito di un altro fulmine

1968  (restauro intero bene)

Lavori di restauro, rifacimento pavimento in ardesia

2002 – 2004 (consolidamento fondazione)

Con C.E. n. 2455/2002 del 07/12/2002 sono stati assentiti i lavori di bonifica e consolidamento delle strutture in elevazione e di fondazione in prossimità delle lesioni verificatesi a seguito degli eventi alluvionali dell’autunno 2000; l’intervento di consolidamento della struttura di fondazione è stato eseguito con micropali inseriti in sottomurazione ed intestati su un cordolo in cemento armato disposto lungo tutto il perimetro. In corrispondenza del tirante orizzontale snervato è stato aggiunto un altro tirante in ferro incastrato in due idonei capochiave in ferro disposti sulle pareti esterne dell’edificio. I lavori sono terminati nel 2004.