I papi e l'arte - Sezione Novecento

5 Luglio 2022
– I papi e l’arte – Sezione Novecento

Papa Giovanni Paolo II: la bellezza che salva

“Dio vide quanto aveva fatto: ecco, era molto bello!” La Creazione, l’universo appena sgorgato dalle mani di Dio, è oggetto di stupore per lo stesso Creatore. Una meraviglia che scaturisce dalla bellezza e continua a nascondersi tra le cose e ci sorprende nelle forme che la fantasia di Dio sa trovare per incontrare l’uomo, attraverso la natura e l’arte. L’afferma Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti: «La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore. Di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano, di fronte al fascino dell’universo, l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore». L’appello al tema della meraviglia si riscontra nel racconto biblico della creazione, che conferma la prospettiva di una vocazione per l’uomo alla bellezza, alla bontà e alla verità. Con forza Wojtyla indica tale incanto nel Trittico Romano, quando parla del varco che il mondo oltrepassa alla soglia della sorpresa. Non è che Adamo, l’uomo concepito dal Creatore come “cosa molto buona”, valica la porta. Egli – aggiunge Wojtyla – si ritrova sconcertato e solo tra creature incapaci cogliere il “buono primordiale”, che si accontenta di sopravvivere. La “solitudine” di questo Adamo è spesso la condizione dell’artista, costretto a vivere, guardato con sospetto da “creature senza meraviglia”. Persiste tuttavia la grande responsabilità che l’arte e gli artisti hanno segnato nei confronti del mondo e dei tempi perdite, confusioni e cinismo. Suscitare stupore e scoperchiare la bellezza, stanarla, esaltarla e innalzarla agli occhi di tutti, è il grande compito dell’arte. Lo sostiene ancora Wojtyla: «I vostri molteplici sentieri, possano condurre tutti a quell’Oceano infinito di bellezza dove lo stupore si fa ammirazione, ebbrezza, indicibile gioia».
Accompagna il pontefice un’alta quantità di “fioretti” che impreziosiscono il suo agire, schietto e tenero, nei confronti degli artisti. Per la cronaca ricordiamo uno degli incontri più curiosi. Andy Warhol, il famoso artista, si recò in piazza San Pietro per ritrarre il pontefice e aggiungerlo alla sua collezione di personaggi famosi. Purtroppo Warhol non riuscì a realizzare la serigrafia del papa, ma qualcosa nel suo cuore si mosse. Non è forse un caso che, poco tempo, dopo l’artista ingaggiò alcune neomamme per ritrarle mentre allattavano i loro bambini ricavando una serie di disegni che volle intitolare “Modern Madonna”.
Pieno di spigoli da smussare, di marmo da arrotondare, di pennellate da incrociare, di passi di danza da rendere leggiadri, di musica da armonizzare, poesie da rintracciare tra le parole, il cammino degli artisti è impegnativo e duro, ma pure inevitabile risposta alla chiamata della bellezza fino a diventare “il cammino” necessario per “praticare la stupenda arte della santità”.

[G.B. Gandolfo]