I papi e l'arte - Sezione Novecento

6 Maggio 2022
– I papi e l’arte – Sezione Novecento

Papa Giovanni Paolo II – L’artista, immagine di Dio Creatore

San Giovanni Paolo II è uno dei papi più longevi della storia della Chiesa: durante il suo mandato moltissime sono le iniziative sostenute a favore dell’arte, senza trascurare le necessarie e specifiche sollecitazioni da parte del Concilio Vaticano II. Da parte del papa non mancano approfondimenti sul rapporto fra arte e Chiesa, tanto da registrare organici spunti contenuti nella Lettera agli artisti, pubblicata in occasione dell’Anno Santo, alle soglie del terzo millennio. Il documento pontificio si segnala come un work in progress, che presenta ed accoglie l’arte contemporanea ed antica, sottolineando il volteggiare e il compimento degli artisti, stimolati dalle parole e dai suoni, dalle forme e dai colori.

Essi avvertono l’estro speciale, con cui si associano all’eco del mistero della creazione operata da Dio. Papa Wojtyla affida alla Lettera la sua esperienza segnata innanzi tutto dal fecondo colloquio tra la Chiesa e gli artisti, ai quali viene consegnato dal Creatore il compito di artefici. Dio inventa il creato, l’uomo invece si rispecchia nella immagine divina e utilizza “qualcosa di già esistente, a cui dà forma e significato”.

Dio chiama all’esistenza l’uomo e gli dona – scrive papa Wojtyla – come una sorta di “creazione artistica”, attraverso la quale «l’uomo si rivela più che mai “immagine di Dio”, e realizza questo compito prima di tutto plasmando la stupenda “materia” della propria umanità e poi anche esercitando un dominio creativo sull’universo che lo circonda». L’Artista divino trasmette cioè “una scintilla della sua trascendente sapienza all’artista umano, chiamandolo a condividere la sua potenza creatrice”. L’artista è artefice che plasma la materia, esercita il dominio lasciato dal Signore e gli affida le bellezze del creato, consegnandogli la responsabilità di sviluppare quanto Dio ha fatto che vide essere cosa buona. Pur mantenendo la distanza fra Dio e l’uomo, fra il creatore e le creature, l’artista deve essere consapevole del dono ricevuto gratuitamente, e come tale, accolto con gratitudine e lode. Ciò consente di guardare a se stesso e al creato con occhi capaci di contemplare la bellezza di chi impiega nel cammino della vita la sua vocazione e la propria missione. «L’arte creativa, che l’anima ha la fortuna di ospitare – scrive Nicolò Cusano – non si identifica con quell’arte per essenza che è Dio, ma di essa è soltanto una comunicazione e una partecipazione».

[a cura di G.B. Gandolfo]