I papi e l'arte - Sezione Novecento

10 Maggio 2021
– I papi e l’arte – Sezione Novecento

Papa Pio XII (Eugenio Pacelli) 1876 – 1958. Un’amicizia incisa nel tempo

Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli nasce a Roma, il 2 marzo 1876 e viene eletto papa, il 2 marzo 1939 con il nome di Pio XII, mantenendo il motto: “Opus iustitiae pax”. Lavora presso la Curia vaticana, quindi come Nunzio in Germania, quando Pio XI lo chiama ancora in Vaticano con l’incarico di Segretario di Stato. Come sta emergendo dai documenti dell’Archivio segreto, aperti recentemente al pubblico, viene confermata la sua attività di papa al servizio della Chiesa. Lo prova l’impulso offerto a tutti i settori ecclesiali, dalla teologia alla pastorale del tempo, alle molteplici questioni risolte, preparando il terreno al “Concilio Vaticano II”, che sarà aperto dal successore. Papa nella II Guerra Mondiale opera in tutti i modi, anche rischiando direttamente, pur di agire in nome della carità cristiana, anche a favore di persone di fede diversa, tanto da meritarsi il titolo di “Pio XII il grande”. Ritorna alla casa del Padre, il 9 ottobre 1958. Attualmente è in corso il processo di canonizzazione.

È una data incisa nel tempo quella del 4 agosto 1953, un momentoscolpito nei cuori dei “viaggianti”: clown, acrobati, giocolieri; artistipellegrini, che portano gioia e meraviglia di città in città con il loro grandetendone. Quello fu il giorno in cui il papa, Pio XII, volle incontrare tutti loro inmodo speciale e riservato. L’inizio dell’attività pastorale dedicata aicircensi, risale in realtà al 1868, quando in Belgio fu istituita la “ActionRoulotte”, ma è con Pio XII che il segno di “amicizia” tra questi artisti e laChiesa si è fatto ancora più attento e forte. Il Papa infatti concesse aicappellani la facoltà di celebrare la Messa all’interno dei circhi e,nell’agosto del 1953, chiamò affettuosamente in Udienza, i rappresentantidello Spettacolo Viaggiante, a Castel Gandolfo, tra la commozionegenerale, fiori, sorrisi e tanta, “santa” allegria. Una Udienza per incontrare,per ascoltare, per condividere, per elargire benedizioni, ma anche per unaiuto concreto; pochi giorni dopo, infatti, giunse la concessione di unsostegno di un milione di lire per la “Scuola Convitto dei ragazzi e delleragazze dello Spettacolo Viaggiante”.

Durante l’incontro Pio XII invitò a cogliere, tra gli applausi, i valori di una estetica popolare. “La vostra arte -disse ilPapa- sia sempre apportatrice di gioia sana, di onesto divertimento, per una vita serena nella grazia di Dio”. Ilmalumore, infatti, non è segno di santità. “Caccia la malinconia dal tuo cuore”, raccomanda il Signore nella Bibbia. Sonocosì tanti i doni ricevuti da Dio “perché possiamo goderne”, che la tristezza rischia spesso di scaturire dall’ombradell’ingratitudine. Pio XII già da tempo aveva mostrato attenzione agli “artigiani della festa e della gioia”. Nel 1950, inoccasione dell’Anno Santo giunsero, a Roma, anche Stan Laurel e Oliver Hardy, in arte Stanlio e Ollio: i due grandissimiclown senza il naso rosso, furono ricevuti in udienza privata da Papa Pio XII, loro grande estimatore. “La nostra comicitàè pura, scevra da sottintesi ideologici – disse Hardy – noi tendiamo in primo luogo a far ridere i bambini e, senzavolerlo, facciamo ridere anche i grandi. Che ci possiamo fare se i grandi restano sempre bambini?” Forse è questainnocente comicità che tanto piace a Pio XII. Una comicità semplice e pulita ma, soprattutto, capace di farci accostaresenza fatica alla raccomandazione divina: “Se non ritornerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”.

[testo di Luisa Vassallo]